Incontro con il Ministro della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno

Riportiamo di seguito una relazione su quanto discusso questa mattina all’incontro presso il Ministero della pubblica amministrazione:

13 novembre 2018

Questa mattina, alle ore 10,00, a Palazzo Vidoni, il Ministro Bongiorno ha incontrato tutte le Confederazioni sindacali rappresentative nel Pubblico Impiego per un confronto sui primi provvedimenti emessi e sulle linee finora tenute dal Ministero della Funzione Pubblica, nei contesti, specialmente, della Legge Finanziaria 2019 – il cui iter, come è noto, è in corso – e sul Decreto c.d. della “concretezza”, non senza fare degli accenni anche allo stato delle trattative relativo ai rinnovi contrattuali di comparto e di area.

Il ministro ha aperto la riunione ricordando ai presenti di aver mantenuto – finora – gli impegni assunti nella precedente riunione del luglio scorso, sia avendo dato una “spinta” al Governo per trovare risorse economiche per finanziare i prossimi rinnovi contrattuali (circa 1 miliardo e 750 milioni di euro), sia approvando un disegno di legge dove vengono sanciti e riconosciuti diversi principi e diritti che vanno nella direzione di volere una P.A, più forte, implementata e migliorata e non (come invece accaduto in passato) “tagliata” e ridotta: il turn over al 100%, le assunzioni previste, pari a 450.000, la quota 100, la snellezza delle procedure concorsuali ed altro ancora vanno in quella unica direzione.

Inoltre, prima di dare la parola alle Confederazioni sindacali rappresentative presenti, ha specificato di essere consapevole dei ritardi che si registrano in sede ARAN relativamente ai rinnovi contrattuali, specie per le aree dei dirigenti, professionisti e medici. Ma ha sottolineato che la responsabilità non è da ricercare in capo al suo ministero bensì sul vecchio Governo.

La posizione espressa da FP-CIDA, a proposito dei temi trattati ed in esame, è stata molto ferma e chiara ed ha toccato diversi aspetti.

A nome della Federazione Funzione Pubblica della Cida, è intervenuto il Presidente Giorgio Rembado lamentando l’eccessiva lentezza dell’andamento delle trattative per il rinnovo dei contratti nelle aree dirigenziali relative al triennio 2016-2018: “Il dato si commenta da solo: i tempi di questa stagione contrattuale scadono al 31 dicembre prossimo e, a meno di due mesi di distanza, nessuno dei 4 contratti in rinnovo è in dirittura d’arrivo. C’è da chiedersi a cosa si debba un tale ritardo”.

Questi contratti, infatti, dovevano essere negoziati tenendo conto di un’innovazione sostanziale che aveva portato all’aggregazione delle aree e alla loro conseguente riduzione dei tempi.

“Per essere realizzata però – ha spiegato Rembado – avrebbe dovuto comportare l’armonizzazione della normativa e, d’altro lato, la perequazione retributiva tra i differenti profili dirigenziali. Né l’una né l’altra, fin qui, sono state realizzate al tavolo con la conseguenza di un rallentamento e un mancato raggiungimento dell’obiettivo. Da parte nostra avvertiamo la necessità di dare una scossa per l’accelerazione del confronto tanto più che, a breve, inizierà il nuovo triennio contrattuale”.

Da questo lato è stato apprezzato l’inserimento nel disegno di legge di bilancio della previsione dei futuri rinnovi con le specifiche voci.

“Va detto subito però – ha commentato il Presidente Rembado – che le risorse previste in finanziaria per il triennio 2019-2021 risultano del tutto insufficienti anche per il fatto che in larga misura risultano già vincolate, con una conseguente riduzione dei finanziamenti nei tre anni di vigenza contrattuale. FP Cida chiede pertanto di rinvenire ulteriori risorse che vadano in primo luogo a finanziare la perequazione retributiva tra le differenti figure dirigenziali delle pubbliche amministrazioni tra cui quelle in primo luogo dei dirigenti scolastici”.

Il Presidente Rembado ha colto l’occasione per introdurre qualche riflessione sul tema della riforma della dirigenza che, a detta del ministro Bongiorno nelle sue dichiarazioni programmatiche al Parlamento, fa parte di un “tridente di obiettivi” (dirigenza, digitalizzazione e nuove assunzioni).

In un tale contesto, quindi, grande rilievo va dato alla valutazione del dirigente anche per ancorare il giudizio sullo stesso a valutazioni di ordine tecnico anziché ad altre legate alla soggettività del giudizio da parte dei vertici politici che potrebbero far pendere l’ago della bilancia su considerazioni di parte.

Si è colta pertanto l’occasione di contrastare il principio della fiduciarietà degli incarichi, nella consapevolezza che la stabilità del dirigente sia garanzia del principio di imparzialità e servizio alla Nazione nel rispetto del dettato costituzionale.

Per far questo si è chiesto al Governo di superare tre norme vigenti che comportano in primo luogo il conferimento di altro incarico allo stesso dirigente, anche in assenza di una sua valutazione negativa, il passaggio ad altro incarico prima della data di scadenza di quello in essere e il conferimento a soggetti esterni di incarichi a tempo determinato fino al 30% della relativa dotazione organica nelle amministrazioni comunali e provinciali.

Per quanto si riferisce invece al piano assunzionale previsto dalla legge di bilancio si esprime condivisione sulla necessità di provvedervi fino ad una spesa pari al 100% del precedente anno finanziario come pure sulla priorità da dare all’assunzione di personale qualificato anche con competenze tecniche aggiornate laddove mancanti nelle attuali pubbliche amministrazioni.

Ci sono però vuoti di organico accumulati negli anni precedenti che devono essere recuperati. Un caso è quello degli istituti scolastici ampiamente scoperti al vertice per l’eliminazione dell’ormai insostenibile numero di reggenze attualmente attribuite per assenza di titolari.

“Il piano però – ha spiegato Rembado – presenta una serie di interrogativi tra cui la riconduzione al principio del concorso unico sul quale andranno successivamente chiariti i rapporti delle amministrazioni fra loro per garantire lo snellimento delle procedure e lo svolgimento dei concorsi senza che questi ultimi possano diventare residuali.

Ma è ancora tutta da studiare la parte relativa alle garanzie sull’organizzazione pratica e, quindi, ne vorremmo sapere di più”.

Al termine degli interventi il Ministro Bongiorno ha ripreso la parola per esprimere alcune considerazioni, sia in relazione a quanto sostenuto dalle parti sindacali presenti sia per riassumere e chiudere la giornata di lavoro.

In particolare ha sostenuto un dato ritenuto da Lei stessa oggettivo ed inconfutabile e cioè che ci sarebbe un “abisso” fra quanto fatto da questo Governo rispetto a quello precedente, sia rispetto ai contenuti dei provvedimenti che in termini di approccio alla “questione” della Pubblica Amministrazione: “soprattutto perché ora – come ha sottolineato Bongiorno – c’è un Ministro che vuole effettivamente e concretamente rilanciarla”.

Quella sulle assunzioni – ha proseguito il ministro – è una sfida: quella di farle bene e rapidamente. Il ministro ha puntualizzato: “abbiamo già liberalizzato i concorsi nelle varie amministrazioni in quanto abbiamo previsto, a fronte di procedure ancora troppo lunghe, dei controlli ex post”. Sulla questione degli idonei, però, non essendo in linea di principio favorevole alla loro assunzione nel tempo, garantisce e si impegna a collocare soltanto quelli che risultino utilmente in graduatoria negli ultimi concorsi e da poco tempo. Anche perchè – in prospettiva – i concorsi saranno unici per tutte le amministrazioni (per evitare parcellizzazioni e personalizzazioni).

Sulla importante questione della riforma della Dirigenza e relativa, connessa problematica della produttività e della sua valutazione, il ministro e tutto il suo staff sta facendo studi comparati per addivenire alle migliori soluzioni possibili ed a tale riguardo ha ribadito che saranno ben accetti tutti gli spunti e suggerimenti che perverranno dalle parti sociali.

Il ministro ha inoltre aggiunto che lavorerà per evitare premi a pioggia e valutazioni di performance superficiali e generiche perché, a suo modo di vedere, il dipendente pubblico a differenza del privato “non è e non si sente ogni giorno sul mercato”: non avrebbe quindi la giusta “ansia” che è conseguenza del suo posto “fisso” di lavoro.

Infine, sul tema delicato e sensibile, ripreso da tutte le sigle sindacali, dei rinnovi contrattuali, di quelli futuri ma anche e soprattutto di quelli ancora da concludere relativi al triennio che si sta completando, ha garantito massimo impegno, Suo e di tutti i presenti (ricordiamo che – fra gli altri – erano al tavolo il Sottosegretario e il Presidente dell’ARAN), per cercare di trovare le soluzioni alle problematiche a Lei ben note, specie nella sanità e nella scuola, ma anche nelle funzioni centrali. Pur ereditando un contesto non facile e dovendo gestire la situazione con scarsità di risorse, il ministro ha concluso con l’impegno e la promessa di fare i contratti rapidamente, ma di farli soprattutto bene.